10. Storie di un fotografo di Quartiere
La porta si apre silenziosa, a volte suonano perché vedono il campanello e il cartello girato sull’esterno “Chiuso per servizio esterno”.
Ma stavolta non l’ho sentita perchè stavo seguendo già una cliente, tra l’altro una meravigliosa cliente di cui ve ne parlerò presto; entra il signor Piero (i nomi utilizzati per questo post sono di fantasia e la foto in questione è autorizzata), dunque stavo dicendo che il signor Piero entra in studio e mi dice testuali parole: Per cortesia puo’ rifarmi la fototessera di mia moglie? Glie lo chiedo perchè è andata al comitato di quartiere in Via F.lli Cervi e mi hanno detto se la fotografia si puo’ scurire!
Nel frattempo la cliente che stavo servendo stava guardando le immagini appese per lo studio, inevitabilmente sente quello che mi sta chiedendo il cliente e si ferma, io resto fermo con gli occhiali appoggiati sulla punta del naso e lo guardo da sopra le lenti e devo dire che sono rimasto basito, basito perchè quando si tratta di fototessera difficilmente emetto fotografie inadeguate, ci sono delle regole da seguire, regole che riguardano il colore, l’esposizione, le ombre (non devono esserci ombre), quindi chiedo: in che senso è troppo chiara e devo scurirla? Venga che le faccio vedere l’archivio delle fototessera, mi dica chi è sua moglie, ecco vede? Questo è lei, ricordo che l’avete fatta entrambi la fototessera!
Lui risponde: sì sì, la mia l’hanno fatta passare anche se avevano dei dubbi, ma quella di mia moglie era troppo chiara.
Io rispondo: ma mi scusi, vede? Questa è sua moglie, mi sembra tutto tranne che chiara, ma, mi scusi, mi ha detto che la sua l’hanno fatta passare ma avevano dei dubbi, per cortesia puo’ farmi vedere il suo nuovo documento?
Lui risponde: Certo, eccolo!
Dunque, prima che proceda col racconto, anche se molti di voi già lo sanno, i documenti come la carta d’identità e la patente sono in formato tessera e la fotografia identificativa è molto più piccola della versione precedente e oltretutto è in bianco e nero (non lo so il perchè sia più piccola e in bianco e nero).
Il signor Piero tira fuori la sua Carta D’Identità e ve lo giuro che sono rimasto di stucco, di sasso, mi sentivo quasi rincoglionito per quello che stavo vedendo, la foto identificativa del signor Piero era praticamente una sorta di fantasma, un volto completamente sbiancato, a memoria non mi sembra nemmeno di aver visto il naso, si vedevano due palline nere (gli occhi) e il taglio della bocca.
Ho chiesto al signor Piero: ha visto la foto che vi ho fatto, le sembrano chiare tanto da doverle scurire?
Il signor Piero risponde: ASSOLUTAMENTE NO! Non so cosa dirle!
Le due foto del post rappresentano ESATTAMENTE come conciano le immagini il comitato di quartiere che scansiona le foto per le carte d’identità.
Mi sono fatto una serie di domande che porgo anche a voi:
– Possibile che il personale preposto non si accorga che il problema è il loro e non della fototessera?
– Possibile che emettano documenti con fotografie identificative talmente sovraesposte da cancellare i connotati?
– Possibile che mandino dietro i miei clienti chiedendo loro di rifare la foto perché, secondo loro, sarebbe troppo chiara, fra l’altro mettendo il mio cliente in condizioni di dover pagare una seconda fotografia? (glie l’ho rifatta e non ha pagato nulla)
– Possibile che la colpa sia sempre degli altri e non ci sono mai dei responsabili che controllino che tutto vada bene?
Oggi non ho altre parole.
#COSTRUTTOREDIRICORDI
Storie di un fotografro di Quartiere.